giovedì, Novembre 21, 2024
Libri

Scelti per voi. Tre romanzi per aprire le porte del cuore .

Ancora una volta, purtroppo, la situazione attuale ci vede costretti a trascorrere molto più tempo in casa di quanto normalmente siamo abituati a fare. Ma, se ho imparato qualcosa da Pollyanna, romanzo di Eleanor Potter mia prima lettura a soli sei anni, è che in ogni situazione è nascosto un lato positivo che va colto e apprezzato. Difatti, un lato positivi in tutta questa triste storia, è che abbiamo e avremo più tempo per leggere, da soli o con tutta la famiglia.

E nella rubrica di questo mese vi suggeriremo letture per tutte le etá, adatte alla lettura solitaria o da leggere ad alta voce accoccolati sul divano sorseggiando una fumante tazza di cioccolato.

Riuscirá indiscutibilmente a riscaldarvi “L’abbraccio”di David Grossman.

Una favola allegorica che, attraverso le domande che Ben pone alla sua mamma, impareremo o riscopriremo l’importanza di un abbraccio e della nostra unicità.

La profonda sensibilità di Grossman è rinchiusa tra le parole di questo apologo che rapisce il lettore e teneramente lo pone di fronte alla cruda verità.

In meno di trenta pagine, egregiamente illustrate dalla mano di Michal Rovner, David Grossman racchiude il senso profondo dell’appartenenza al mondo. “Si è un po’soli, ma si è anche insieme…si è un po’ l’uno un po’ l’altro, legati dalla stretta di un abbraccio”.

Di altro genere, ma allo stesso modo coinvolgente è “L’Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio.

“L’arminuta” (“La ritornata” in dialetto abruzzese) è un libro meraviglioso, vibrante, commuovente.

Donatella Di Pietrantonio racconta in esso la storia di una bambina cresciuta da una donna benestante e colta, che credeva fosse sua madre, e poi restituita alla sua vera famiglia misera e volgare, di provincia.

La bambina è la voce narrante e il lettore non riesce a fare a meno di vivere, sentire e provare tutto ciò che viene raccontato. Con una scrittura pulita, anche quando il dialetto abruzzese fa capolino, la storia riesce a toccare tanti temi.

Quanto incide in una persona il contesto, la famiglia in cui si cresce?

Cosa vuol dire miseria? In cosa differisce da povertà?

Quanto influisce l’ignoranza sulle proprie aspettative?

«Da qualche parte nell’universo esiste un mondo non visibile agli occhi in cui si aggirano sagome vibranti di luce. Sono le anime degli Innamorati Eterni e palpitano a coppie, trovando l’una nell’altra le ragioni del proprio splendore.»  

Comincia cosí “Avró cura di te”, romanzo scritto a quattro mani da Massimo Gramellini e Chiara Gamberale.

Il romanzo racconta il rapporto epistolare tra Gioconda, detta Gió, personaggio uscito dalla penna di Chiara Gamberale, che si trova ad affrontare un periodo cupo della sua vita, e Filemone a cui dà voce Massimo Gramellini, suo angelo custode.

In seguito alla fine inaspettata del suo matrimonio, Gió si rifugia nella casa dei suoi nonni la cui storia d’amore rappresenta per lei un vero e proprio faro.

 In un cassetto Gió trova un biglietto che la nonna aveva scritto al suo angelo custode, per ringraziarlo. Incredula, ma al contempo incuriosita, Gió decide di provare a scrivere al suo angelo custode che, incredibilmente le risponde.

Da qui la matassa di argomenti trattati inizia a sgrovigliarsi, tanti temi vengono affrontati con ironia e semplicitá per concludersi in un finale sorprendente che nella sua complessitá riuscirá a dare un senso a tutto.

“Tutti abbiamo un angelo custode, l’importante è riconoscerlo”.

Valentina C.

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